Da oggi i cittadini di Atella hanno a disposizione uno strumento in più per salvaguardare il nostro Pianeta.
In Via Fiera, presso la Parafarmacia e il negozio Despar, è disponibile un contenitore per la raccolta dell’olio vegetale esausto che, molto spesso, purtroppo, viene versato in maniera inappropriata nel lavandino di casa. Il nuovo raccoglitore si aggiunge a quelli già presenti nei pressi della Scuola Elementare e dell’altro supermercato Despar di Contrada Sant'Eligio.
Ricordiamo che l'olio derivante dall'uso comune nelle nostre cucine, non è nocivo per la salute umana, ma è potenzialmente dannoso per gli ecosistemi se smaltito in maniera non corretta.
L’olio vegetale e di frittura diviene un rifiuto quando, a seguito del suo utilizzo, subisce un processo di ossidazione, assorbendo le sostanze inquinanti della carbonizzazione dei residui dei cibi in esso cotti o fritti, da qui il termine “esausto”, ovvero non più utilizzabile a causa della perdita delle sue principali caratteristiche organolettiche.
Lo smaltimento non corretto dell’olio vegetale esausto produce numerosissimi effetti nocivi, tra i più aggressivi per l’ambiente:
- il malfunzionamento degli impianti di depurazione delle acque
- l’inquinamento del suolo
- l’inquinamento freatico, con un impatto sui pozzi di acqua potabile
- l’incremento dei costi globali per l’impianto di depurazione delle acque
- l’inquinamento di fiumi, mari e bacini idrici.
L’olio esausto crea una superficiale pellicola che impedisce l’ossigenazione dell’acqua e compromette l’esistenza di flora e fauna. In più, l’olio esausto ostacola la penetrazione in profondità dei raggi solari danneggiando drasticamente l’ambiente marino e la vita in acqua.
Basta 1 kg di olio vegetale esausto a inquinare una superficie d’acqua di 1.000 m2 e se smaltiti nella rete fognaria, come spesso avviene nell’utilizzo domestico, gli oli vegetali esausti pregiudicano il buon funzionamento della rete stessa, intasando condutture e depuratori: la depurazione delle acque inquinate da questo rifiuto richiede costi quantificabili in 1,10 € al kg.
(Fonte: Legambiente)